Pademba Prison

PadembaRimasi affascinato quando il mio amico Daniele mi fece conoscere Johnny Cash, la sua storia e la sua musica. Rimasi folgorato dalla canzone “Folsom Prison” che parla di una prigione e dei suoi carcerati. Rimasi sbalordiato dalla decisione di Johnny Cash di andare a suonare nelle prigioni degli Stati Uniti e non negli stadi o nei palazzetti dello sport, andando a portare un momento di pace e svago agli ultimi della società. Rimasi sorpreso quando anch’io varcai le porte di una prigione, Pademba Prison, Freetown, Africa Occidentale.

Non avrei mai pensato che nella mia vita avrei avuto la possibilità di entrare in una prigione, parlare con i detenuti e sentirmi per un millessimo di secondo come Johnny Cash. I prigionieri in Pademba Prison si distinguono per il colore delle loro divise; i blu sono quelli che sono sospettati per qualcosa potranno uscire presto oppure indossare un altro tipo di colore. I grigi sono quelli in attesa di giudizio, colpevoli o innocenti. I marroni sono i condannati in via definitiva. Infine i neri sono i condannati a morte. La prigione è una grande bolla di polvere e ruggine. La sporcizia e dovunque e vi è una grande cloaca all’aperto dove i detenuti defecano ed urinano. Una grande pozza di acqua nera e maleodorante che rende impossibile l’avvicinarsi. L’unico posto in cui mi sento un po’ a mio agio è la minuscola biblioteca dove incontro Karen Blixen e Charles Dickens. Nell’anticamera della biblioteca iniziano i colloqui di gruppo del programma Don Bosco. Mi siedo all’ultima fila in disparte, ma un uomo bianco in Pademba Prison non passa inosservato ed un detenuto inizia a parlarmi del più e del meno. Sono 7 anni che è lì dentro, mi chiede il mio nome, glielo dico e con occhi colmi di vita mi dice: “ John Paul I will never forget this name!”, “Gianpaolo non scorderò mai questo nome”. Rimango sorpreso di fronte a queste parole, perché mai dovrebbe non scordarmi più, solamente perché gli ho dato qualche attenzione? La vita nel carcere è dura, è un luogo che cancella piano piano la tua esistenza, il tuo essere su questa terra. Quindi credo che donare una piccola attenzione verso un detenuto significhi donargli vita, riconoscergli che ancora esiste. Nella biblioteca ho un altro incontro un ragazzo, un grigio, che sta leggendo un libro per apprendere l’inglese, mi chiede aiuto. Mi dice se può anche lui entrare nel programma Don Bosco che consiste nell’assistenza legale e nel supporto psicologico, certo alla fine della nostra visita il suo desiderio sarà esaudito. Qui non c’è neppure il fischio del treno che nella canzone di Cash aiuta i detenuti a sognare, pensare che un giorno potranno prendere un treno che li porterà via lontano dall’inferno di Pademba. Lo spettro della libertà è difficile persino odorarlo, i “neri” fanno impressione, sono i condannati a morte, vagano per il campo della prigione, spesso soli, sono considerati quasi appestati, come se il solo colore della loro maglia potesse traboccare da esse e colorare quelle accanto, tingendole di nero, di morte certa. Il sole rende sempre le cose più belle, ma mi immagino la notte a Pademba prison, quando gli spettri e le paure sorgono dalle sue fondamenta, non c’è scampo per nessuno, si rimane atterriti, impotenti, si aspetta l’alba di un nuovo giorno e magari qualche diversivo come può essere la nostra visita. Il carcere dovrebbe avere la funzione di riabilitare l’individuo, curarlo, non di gettarlo in un inferno senza fine dove sono ben poche le persone che desiderano in qualche modo donare un gesto gentile. Gli operatori sociali del Don Bosco Fambul si adoperano per questo, per non farli sentire dimenticati e per non dimenticare che sono anch’essi esseri umani. A volte basterebbe solo immaginare, sentire il fischio di un treno che possa rammentargli che fuori da quelle muore c’è ancora la libertà, una vita da vivere, anche se fuori la vita può essere ancora più terrificante, specialmente nelle buie strade di Freetown. Usciamo dalla prigione, si chiudono le porte di Pademba prison, il mio pensiero è ancora là, a quanto sia importante donare la possibilità dell’espiazione del peccato. L’espiazione del peccato non può che essere concessa. Lasciamo che il fischio del treno possa soffiare via solo per un istante le paure, gli spettri ed i peccati dei diavoli di Pademba Prison.

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s