Pescatori di Felicità

pescatoreIl piccolo traghetto che naviga sul far della sera sull’immenso Lago Malawi farà si e no 5 o 6 nodi. Il cielo si colora di un rosa adrenalinico, si contempla il sole che si nasconderà nella savana per alcune ore, mentre le tenebre lasceranno spazio ai predatori. La volta celeste si damaschina dell’argento delle stelle e stradiati su sacchi di riso e mais, la ragazza che mi sta accanto mi sussurra: “ Raccontami una storia!”. Ipnotizzato dalle stelle posso solo raccontarle una storia che proviene da esse; quella del cacciatore Orione ucciso da una serpe o quella della dolce Andromeda, immolatasi per salvare il suo popolo e salvata dall’eroe Perseo. Le storie che provengono dalle stelle, i colori del cielo che ti inebriano e ti fanno sentire vivo, la condivisione della vita e del viaggio fra persone sono le mille sfaccettature di quello che ti può accadere navigando il Lago Malawi. Di notte il traghetto si ferma nei pressi della riva e decine di donne si avvicinano squarciando l’oscurità per vendere il proprio cibo; pannocchie di mais, patate, ugali, pesce essiccato… tramite lunghi bastoni porgono il cibo ai naviganti sul traghetto in una perfetta armonia di movenze e parole. La notte passa placidamente tra le decine di persone presenti sul traghetto, i miti greci trovano spazio tra i sacchi di riso e mi sembra di scorgere Odisseo, sempre pronto ad un’avventura come questa ed a lottare contro la tentazioni delle sirene, la tentazione di una vita prestabilita ed incanalata in un quadro che la società occidentale e capitalista pennella e dipinge con certosina attenzione. La mattina seguente giugiamo a Matemwe sulle sponde settentrionali, dietro di noi i monti Livingstone che aprono la porta allo Zambesi. Il piccolo villaggio ci accoglie festoso, la sera circondati solo da qualche fioca luce arificiale mangiamo per le vie del villaggio quello che possiamo trovare cucinato dagli abitanti stessi, infatti non ci sono ristoranti o bettole in cui procacciarsi il cibo. Questa piccola e pittoresca crociera è stata una delle mie prime avventure africane e la prospettiva della descrizione del viaggio è vista dalla sponda tanzaniana, ma ho potuto godere di questa meraviglia della natura anche dal lato orientale, quello del Malawi. Le sponde di questo enorme lago si prestano anche per passare alcuni giorni di relax e dopo una settimana di lavoro nella capitale Lilongwe, attraversando un paese in piena stagione secca giungo un’altra volta sulle rive del lago. Viaggio con Br. Walter, un salesiano speciale, un provetto pescatore di felicità. Un indiano che conosce alla perfezione il Malawi, essendoci vissuto per più di sette anni. Gianpaolo GullottaIl giorno passa tranquillamente sulle sponde del lago, parlando del futuro, delle nostre strade e della possibilità di poter lavorare assieme. Il sereno paesaggio riesce a far metabolizzare l’orrore che spesso purtroppo siamo testimoni. Br. Walter mi racconta della sua esperienza nel nord dell Namibia quando gestiva un centro per ragazzi di strada e rifugiati della guerra civile angolana. Mi racconta di quello che alcuni bambini hanno vissuto, mi colpisce e ferisce la storia di uno in particolare, il quale non riusciva a dormire la notte perché i troppi neri fantasmi venivano a fargli visita. Era nascosto sotto il letto quando i guerriglieri entrarono nella stanza, e non ci misero troppo tempo a sparare contro i suoi genitori ed i suoi fratelli, lui si salvò perché non uscì allo scoperto mentre però il sangue dei suoi cari scorreva verso di lui, sotto il letto, bagnandolo, battezzandolo ad una nuova vita. Il tempo scorre, le onde del lago scorrono ed anche i nostri dolori piano piano si allontanano perdendosi fra indefiniti flutti. Queste storie nere richiedono un posto come il Lago Malawi per lenirle e continuare a lavorare per gli ultimi con la stessa energia di sempre. Br. Walter mi porta un’altra birra, ci sediamo sulla sabbia e ripensiamo al nostro vagabondare per questo immenso continente o addirittura mondo, dalle sponde argentate di Dar Es Salaam alle sublimi Cascate Vittoria, dalle foreste dello Zambia a quelle del Kenya. Sulle rive del lago il filo della vita si dipana lentamente; ci sono i pescatori che preparano le loro reti, certosinamente, ci sono molti bambini che con la scusa di portare le vacche ad abbeverarsi al lago ne approffittano per nuotare e giocare nell’acqua, infine ci sono le donne e le ragazze che lavano i panni ed inseguito li lasciano asciugare sulla sabbia non curanti di tutti quei granelli che si appiccicheranno ai vestiti stessi.  La felicità non si crea e ne si cerca, basta sedersi sulle sponde di un lago e gettare un amo attaccato ad una lenza, la felicità si pesca. Si coglie quando si ha l’opportunità, quando basta fare un passo per condividere una birra parlando delle propie vite, quando basta raccontare un’antica storia ad una ragazza bisognosa di magia.

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